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di Luigi Iannone Questo libro è un viaggio tra filosofia e letteratura, sociologia e politologia, cinema e poesia, che interseca i mali del nostro tempo e incrocia attenti osservatori come Bauman e Pasolini, Dostoevskij e Jünger, Heidegger e Arendt, Marcuse e Tolkien, Galimberti e de Benoist, Marramao e Latouche, Weil e Bergman, Mishima e Severino, Lévi-Strauss e Giddens, Castoriadis e Baudrillard. È una provocazione e un confronto con le contraddizioni del presente, che non scade mai nel nostalgismo. Una critica della modernità che mette sotto accusa una società piegata dal materialismo e dalla paura; impotente di fronte all’eclissi del sacro; confusa da depressione, frenetismo e noia; in preda al delirio dello sviluppo infinito e irrigidita dal dominio della Tecnica; che ha rinunciato alla Bellezza e all’Arte per rifugiarsi nel kitsch; che si è abbandonata al populismo e ha confuso la libertà con il pensiero unico planetario. Luigi Iannone (Caserta 1969) è laureato in Scienze Politiche. Si occupa di Storia delle idee e, in particolar modo, del rapporto tra pensiero conservatore e modernità. Tra le sue pubblicazioni, ricordiamo: Il 1799 in Terra di Lavoro. Storia, storiografia e controrivoluzione (1998), Un conservatore atipico. G. Prezzolini, intellettuale politicamente scorretto (II ed. 2003), Tolkien e Il Signore degli Anelli (2003), Junger e Schmitt. Dialogo sulla modernità con saggio introduttivo di Marcello Staglieno (2009). Ha collaborato con Ernst Nolte, con il quale ha pubblicato il libro-intervista Storia, Europa e Modernità (2008) e curato e prefato La rivoluzione conservatrice nella Germania della Repubblica di Weimar (Rubbettino, 2009). |
Manifesto antimoderno
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